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CONFARTIGIANATO ACADEMY – Al via il secondo anno di corsi di Confartigianato Academy, il master in imprenditoria artigiana di Confartigianato e SDA Bocconi

confartigianato academyConfartigianato Academy prepara le attività per la seconda edizione del corso di potenziamento per imprenditori artigiani organizzato da Confartigianato e dalla  SDA Bocconi di Milano.
Un’iniziativa unica nel panorama della rappresentanza imprenditoriale italiana, un master riservato agli imprenditori associati per rimanere costantemente aggiornati sui temi caldi del fare impresa e su tante storie di successo di piccole e medie imprese italiane, per conoscere le tecniche, le strategie e le modalità per imporsi sui mercati internazionali. “Più che un corso di formazione, questa è stata una bellissima esperienza di apprendimento che ha segnato gli imprenditori e i docenti – spiega Marina Puricelli, docente di Confartigianato Academy della SDA Bocconi di Milano – I trentadue artigiani e piccoli imprenditori che hanno terminato il percorso sono già a chiederci un corso progredito e questa è la testimonianza più concreta del fatto che questa iniziativa di formazione decisamente originale ha funzionato. Abbiamo proposto contenuti tradizionali, ma da piccola impresa, con una modalità originale, perché volevamo che fosse proprio un’esperienza di apprendimento e non soltanto di nozioni acquisite”. 
Un ciclo di formazione qualificata, che affronta i grandi temi economico-finanziari dell’impresa, quelli di gestione del personale e di espansione sui mercati esteri.
 Le sfide attuali del fare impresa impongono una formazione continua e un aggiornamento costante per i piccoli imprenditori, una necessità che Confartigianato prova a colmare con i corsi di Confartigianato Academy, programmati da inizio settembre a metà marzo. Sei moduli per altrettanti appuntamenti di approfondimento sulle strategie, i modelli e l’organizzazione aziendale di una piccola impresa.

Per maggiori informazioni sui corsi di Confartigianato Academy è possibile scrivere all’indirizzo mail  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

APPALTI – Nelle correzioni al codice dei contratti pubblici accolte proposte di Confartigianato

appalti pubbliciLa dura battaglia che Confartigianato ha condotto nell’ultimo anno per modificare il Codice dei contratti pubblici sta ottenendo risultati. Nel decreto correttivo del Codice varato il 13 aprile dal Governo, sono contenute modifiche chieste dalla Confederazione per favorire la partecipazione degli artigiani e delle piccole imprese agli appalti pubblici.
Del resto il nuovo Codice dei contratti pubblici, nato 12 mesi fa, aveva proprio l’obiettivo di rendere più semplici, trasparenti e orientate allo sviluppo le norme che regolano la partecipazione delle imprese agli appalti pubblici e soprattutto doveva ispirarsi al principio dello Small Business Act, ‘pensare innanzitutto al piccolo’. Ma così finora non è stato tanto da rendere necessario rimetterci mano e correggere oltre la metà del provvedimento.
Il pressing esercitato in questi mesi dalla Confederazione ha permesso di ottenere alcune correzioni che il Presidente Giorgio Merletti ha accolto positivamente per consentire agli artigiani e alle piccole imprese di cogliere le opportunità del mercato degli appalti pubblici.
Tra queste, la modalità di affidamento ‘a chilometro zero’, vale a dire la possibilità per le stazioni appaltanti di riservare la partecipazione alle micro, piccole e medie imprese che abbiano sede legale e operativa nel territorio regionale di esecuzione dei lavori per una quota non inferiore al 50% del totale delle aziende partecipanti.
Confartigianato apprezza anche l’innalzamento a 2 milioni di euro della soglia di aggiudicazione con l’offerta economica più vantaggiosa, la semplificazione delle procedure di accesso alle gare pubbliche con il principio dell’interoperabilità delle banche dati, il limite all’ambito di applicazione dei criteri ambientali minimi nell’edilizia, la nuova definizione di rating d’impresa non penalizzante per le piccole imprese, l’eliminazione dei costi di funzionamento delle piattaforme telematiche a carico degli operatori economici, sconti del 50%, riservati alle piccole imprese e ai loro consorzi, sugli oneri delle garanzie per la partecipazione alle procedure.
Rimangono però delle zone oscure. Come la previsione di rendere obbligatorie le clausole sociali negli appalti e la nuova formulazione relativa ai termini di pagamento.
“I contratti pubblici – sottolinea ancora il Presidente Merletti – sono una potente leva di politica economica. Ci auguriamo che il decreto correttivo varato dal Governo consenta di recuperare il tempo perduto e offra agli artigiani e alle micro e piccole imprese l’occasione di di un rilancio all’insegna della trasparenza e della semplificazione”.

ENERGIA – Le proposte di Confartigianato e la liberalizzazione del mercato elettrico

energyIl 9 e 10 aprile, Roma ha ospitato i lavori del G7 dell’Energia, la riunione dei ministri di riferimento dei sette paesi più industrializzati al mondo. L’Italia arriva a questo appuntamento da protagonista: siamo il paese del G7 con la più bassa emissione di CO2 procapite e il secondo, dopo il Canada, per percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili. Un vanto per l’Italia, che negli ultimi anni ha aumentato la quota di energia prodotta da fonti alternative come nessun altro paese del G7.
Dati importanti, fotografati dal nostro Ufficio studi, in un Paese che proprio in questi giorni sta definendo il proprio futuro energetico. Sul fronte delle politiche nazionali e su quello del mercato elettrico per imprese e cittadini. Proprio in questi giorni, infatti, il Ministro Calenda ha annunciato che il ddl concorrenza porterà lo slittamento di un anno della liberalizzazione del mercato elettrico, inizialmente prevista per luglio 2018. Nulla di fatto, quindi, per la riforma che dovrebbe archiviare il mercato tutelato se ne riparlerà a luglio del 2019. “Noi eravamo già preparati – spiega Eugenio Massetti, delegato all’energia di Confartigianato – Siamo pronti, perché il Governo aveva fissato la data della liberalizzazione al 1° gennaio 2018. Questo rinvio di un anno, tra l’altro, allunga di molto i tempi e da qui al 2019 può succedere di tutto. Confartigianato e i consorzi energetici sono pronti per sostenere le piccole e medie imprese italiane in questo cambiamento. Il rinvio, però, vanifica tutto il lavoro fatto. Purtroppo”.
Da anni ormai, Confartigianato sta lavorando per aiutare le imprese a beneficiare degli effetti della liberalizzazione in arrivo, abbattendo costi e pratiche burocratiche, in nome della trasparenza, della concorrenza e del diritto di scelta di cittadini e imprenditori.
In questi giorni, però, l’Italia sta discutendo anche sulle politiche energetiche nazionali da adottare fino al 2030. Un momento fondamentale per definire programmi, iniziative e progetti, tanto da spingere il Presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, a scrivere al Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, le proposte della piccola e media impresa. “Noi non chiediamo grandi cose. Vogliamo che le imprese italiane abbiano la possibilità di essere competitive con i rivali europei e internazionali a livello di costi, a cominciare da quello dell’energia. In Italia, oggi, paghiamo più che all’estero, dal 25% al 30% in più rispetto ai nostri competitor. Il risultato sono prezzi finali troppo alti per i prodotti made in Italy che, di fatto, vanno fuori mercato anche per i prezzi più alti di produzione”, ha poi concluso Massetti.

DONNE IMPRESA – Le imprenditrici di Confartigianato a lezione di futuro

Donne-ImpresaL’economia cambia a ritmi velocissimi. La rappresentanza delle imprese non può essere da meno. E le imprenditrici di Confartigianato vogliono stare al passo con i tempi. Allora, dal 25 al 27 marzo, si sono trovate a Roma e si sono gettate a capofitto nel meeting formativo organizzato da Donne Impresa per studiare come cambia la gestione delle aziende, imparare i segreti per competere in Italia e all’estero, scoprire le nuove tendenze di come si guida un’Associazione di imprese.

Daniela RaderPresidente di Donne Impresa Confartigianato, non ha dubbi. Non si può riposare sugli allori del passato. Bisogna aggiornarsi. Perché c’è in gioco il futuro delle piccole imprese e del made in Italy. “I temi trattati al Meeting – spiega – hanno riguardato la gestione dell’impresa a 360 gradi. Abbiamo condiviso con i docenti dell’Università Sda Bocconi le regole e i comportamenti che deve avere un imprenditore perché la sua azienda possa definirsi ‘forte’. Le imprenditrici hanno ricevuto una serie di indicazioni che, messe in pratica, come obiettivi, strategie e organizzazione, possono permettere loro di guardare al futuro con strumenti innovativi e capacità di affrontare un mercato che non è più soltanto locale ma è anche  globale. Abbiamo 4 caratteristiche importanti: siamo imprenditori, siamo piccoli, siamo persone che sanno far bene il loro lavoro, abbiamo caratteristiche uniche per i prodotti che sappiamo creare. Quindi, a chi dice che piccolo non è bello, noi rispondiamo che grande non è necessario. Sosteniamo che il modello italiano del fare impresa è importante e deve essere aiutato ad essere gestito nel migliore dei modi. Con questa nostra formazione, le nostre imprenditrici sapranno affrontare il loro futuro imprenditoriale in modo concreto e con obiettivi di risultato che non sono solo il fatturato ma anche gli utili dell’impresa”.

Per il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti la formazione è una specie di mantra che deve guidare l’attività degli imprenditori. “Nella vita ci vuole sempre  formazione, formazione e ancora formazione. A maggior ragione in questo periodo storico. Ci sono nuovi strumenti di lavoro e nuove macchine. E allora servono nuove competenze, da coniugare con il bagaglio culturale del proprio lavoro”.

Più donne in ruoli di dirigente associativo chiede Rosa Gentile, Delegata di Confartigianato ai Movimenti. “Riteniamo che le donne debbano continuare a qualificarsi perché va stimolata la crescita delle donne nel Sistema Confartigianato, a livello dirigenziale locale  ma anche nazionale”.

A guidare le imprenditrici nel futuro della rappresentanza associativa è stato il Professor Paolo Feltrin, docente di scienza politica all’Università di Trieste“L’esigenza di competenza associativa, di capacità di parlare, di elaborare una linea e di individuare obiettivi, o entra nel bagaglio conoscitivo del dirigente o non può essere lasciato alla buona stella”.

Paolo Preti, docente dell’Università Bocconi di Milano, ha demolito alcuni luoghi comuni sul fare impresa. “La differenza – sostiene – non la fanno ne’ il settore, né la zona del Paese, né il momento storico che si vive che può essere più o meno facilitante. La differenza la fa l’imprenditore, la fa l’imprenditrice. Quindi noi dobbiamo sostenere l’attività delle piccole imprese, proponendola al Paese come quella che tiene in piedi l’economia della nostra collettività. Laddove c’è capacità di fare impresa, non conta la distinzione tra uomo e donna. Sicuramente per una donna è più difficile da molti punti di vista ed è su questo che bisogna intervenire: la donna va aiutata a fare impresa, ma nel momento in cui è una brava imprenditrice.  Perché ciò che conta è saper fare impresa”.

Marina Puricelli, docente dell’Università Bocconi di Milano, ha dettato le parole d’ordine per l’impresa forte: “Orientamento di lungo periodo: una piccola impresa artigiana deve trovare momenti come questi di meeting formativo per pensare al futuro. Perché non si può vivere soltanto di emergenze. Un altro aspetto fondamentale a livello strategico consiste nel concentrarsi, cioè la specializzazione, fare sempre meglio quello che si sa fare, senza inseguire le chimere della diversificazione che portano solo a inutili distrazioni. Basta con l’idea che bisogna per forza crescere, va superata anche l’idea che piccolo sia sempre bello, occorre lavorare sulla dimensione per trovare quella coerente”.

Confartigianato Reggio Calabria: Operativo Il Fondo per il credito alle aziende vittime di mancati pagamenti. Il 28 Marzo seminario sui criteri di accesso ai finanziamenti

Il fondo per il creditoIl Fondo per il credito alle aziende vittime di mancati pagamenti è finalmente operativo, lo rende noto Confartigianato Reggio Calabria.

Istituito con la Legge di stabilità 2016, il Fondo vuole sostenere le piccole e medie imprese che entrano in crisi per la mancata corresponsione di denaro da parte di altre aziende debitrici. 

Possono accedere al Fondo le piccole e medie imprese che risultano parti offese in un procedimento penale a carico di aziende debitrici imputate dei delitti di estorsione, truffa, insolvenza fraudolenta, false comunicazioni sociali. 

Le domande di finanziamento agevolato possono essere presentate dalle piccole e medie imprese, esclusivamente tramite la procedura informatica accessibile nell’apposita sezione “Finanziamenti agevolati a PMI vittime di mancati pagamenti” del sito internet del Ministero. 

Le imprese possono già accedere alla procedura informatica per compilare le domande.  Ultimata la compilazione, procederanno alla presentazione delle stesse dalle ore 10:00 del 3 aprile 2017.

Il finanziamento agevolato avrà un tasso dello zero per cento, con ammortamento da tre a 10 anni. 

Sui criteri di accesso ai finanziamenti si discuterà in occasione del Seminario organizzato da Confartigianato Reggio Calabria che si svolgerà  martedì 28 marzo alle ore 15:00, presso la Sala Biblioteca del Palazzo Storico della Provincia. 

 All’incontro interverranno il Dott. Bruno Panieri, Direttore delle politiche economiche di Confartigianato e il Dott. Giuseppe Lombardo, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria.  Per ulteriori informazioni contattare la sede provinciale Confartigianato.

                                                 La segreteria provinciale

GOVERNO – Il Presidente di Rete Imprese Italia Merletti al Premier Gentiloni: “Favorire ritorno alla crescita per 2 milioni di MPMI”

Incontro-GentiloniLe condizioni per riprendere a crescere sono state al centro di un incontro svoltosi oggi tra il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e una delegazione di Rete Imprese Italia guidata dal Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti e composta da Giacomo Basso (Presidente di Casartigiani), Daniele Vaccarino (Presidente di Cna), Massimo Vivoli (Presidente di Confesercenti), Cesare Fumagalli (Segretario Generale di Confartigianato) e Francesco Rivolta (Direttore Generale di Confcommercio).

Dal fisco al credito, dal lavoro all’energia e all’ambiente, il Presidente Merletti ha indicato al Premier Gentiloni le priorità di politica economica per oltre 2 milioni di micro, piccole e medie imprese che fanno capo alle Confederazioni che costituiscono Rete Imprese Italia.
Il Presidente di Rete Imprese Italia ha richiamato l’attenzione del Capo del Governo sul ruolo fondamentale svolto dai soggetti della rappresentanza sociale ed economica. In proposito, ha sollecitato l’intervento dell’Esecutivo sulla regolamentazione dell’attività di lobbying per evitare che siano messi sullo stesso piano le Confederazioni portatrici degli interessi di centinaia di migliaia di imprese e i soggetti che curano gli interessi di singole imprese.
“Il ritorno alla crescita – ha poi sottolineato il Presidente Merletti – è possibile con un fisco leva di sviluppo. Per questo va reso applicabile il nuovo regime di cassa per 2 milioni di imprese in contabilità semplificata e il nuovo regime Iri (Imposta sul reddito d’impresa), ed entro il 2017 va attuata la prevista trasformazione degli studi di settore in Indici sintetici di affidabilità”.
Per migliorare l’accesso al credito, drasticamente ridotto negli ultimi 5 anni, Merletti ha sollecitato l’emanazione del decreto, atteso da mesi, con le nuove regole del Fondo centrale di garanzia e l’adozione, nei prossimi 6 mesi, della norma che attua la legge delega di riforma dei Confidi. Per ridurre il fabbisogno di credito delle piccole imprese, il Presidente di Rete Imprese Italia ha poi ribadito la proposta della compensazione diretta e universale tra debiti e crediti delle imprese verso la Pubblica amministrazione. L’occupazione giovanile è un’altra delle priorità indicate da Merletti il quale ha sottolineato che “le micro e piccole imprese danno lavoro alla maggioranza degli occupati del settore privato. Ma bisogna fare di più per i giovani, incentivando l’apprendistato con il rifinanziamento dello sgravio contributivo totale nei primi 3 anni di contratto per gli apprendisti assunti nelle piccole imprese”. In tema di voucher, Rete Imprese Italia non condivide la scelta della loro cancellazione: “Non si può qualificare come abuso – ha detto Merletti – l’utilizzo cresciuto negli anni e che ha raggiunto, nel suo picco, lo 0,23% delle ore lavorate. Ci attendiamo la rapida adozione di forme snelle di chiamata per i piccoli lavori, semplici e certe come sono state le norme sul lavoro a tempo determinato, meglio se affidate alla contrattazione tra le parti”. Merletti ha poi auspicato che ad Inps ed Inail, ora affidati ad un uomo solo al comando, sia restituita una guida collegiale.
Il ritorno alla crescita – secondo il Presidente di Rete Imprese Italia – passa anche dall’abolizione del Sistri, sistema di tracciabilità dei rifiuti ancora vigente ma mai entrato in funzione e per il quale le imprese e lo Stato dal 2009 ad oggi hanno sprecato enormi quantità di risorse.
Sul fronte dei costi energetici a carico delle piccole imprese, Merletti ha sollecitato al Premier Gentiloni il riequilibrio degli oneri generali del sistema elettrico, pari a 16 miliardi di euro, che oggi gravano soprattutto sulle piccole imprese e che vanno spostati sugli energivori.

INDUSTRIA 4.0 – Confartigianato presenta gli incentivi per innovare la manifattura italiana

industria40-frontSconti fiscali e credito agevolato sono alcuni degli strumenti messi a punto dal Governo per dare gambe al Piano Industria 4.0, che ha l’obiettivo di rilanciare gli investimenti e innovare la produzione delle piccole imprese italianeConfartigianato ha fatto il punto su questi incentivi, dalla legge Sabatini all’iper e superammortamento, durante l’iniziativa ‘ImpresaDiretta’, organizzata l’8 marzo dalla sede nazionale in collegamento streaming con le Associazioni di tutta Italia. Sono intervenuti Damiano Pietri, Delegato di Confartigianato al Digitale, Stefano Firpo, Direttore Generale per la politica industriale, la competitività e le piccole e medie imprese del Ministero dello Sviluppo Economico e Annibale Dodero, Direttore Centrale Normativa dell’Agenzia delle Entrate.
Per Damiano Pietri l’innovazione è la strada obbligata per il futuro dell’artigianato e delle piccole imprese. “Un’operazione così importante – ha detto Pietri riferendosi al Piano Industria 4.0 – non si era mai vista. Credo che tutti gli imprenditori debbano interessarsi e conoscere le disposizioni e le agevolazioni del Piano. Poi ogni imprenditore potrò fare le sue valutazioni e decidere in base, soprattutto, al proprio mercato di riferimento e ai progetti che intende realizzare nei prossimi anni”.

Stefano Firpo ha spiegato i dettagli e gli obiettivi del Piano Industria 4.0: “La strumentazione è completa perché tocca tutta la gamma di  investimenti: quelli di natura fissa, quindi i nuovi macchinari; quelli volti al semplice rinnovamento del parco macchine con il superammortamento; quelli più spinti dal punto di vista tecnologico che muovono verso una trasformazione digitale degli assetti produttivi con l’iperammortamento: quelli in ricerca e sviluppo, con il nuovo e potenziato credito d’imposta alla ricerca. E ancora, gli investimenti in asset immateriali con il patent box; gli investimenti in competenze con tutto quanto sta mettendo insieme il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca e con i centri di competenza che stiamo definendo volti al trasferimento tecnologico. Infine gli investimenti in banda ultra larga finalizzati a ridurre il gap infrastrutturale sulla connettività di banda in particolare nelle aree grigie e con un approccio fiber to the factory per arrivare alle imprese”. “Il Piano Industria 4.0 – ha aggiunto Firpo – è un pacchetto corposo e articolato, di facile uso perché sono tutti strumenti automatici, senza ricorso a bando, di natura fiscale, disponibili per tutti. Il Governo ha investito una significativa quantità di risorse, nell’arco del piano circa 18 miliardi di euro. Quindi ci aspettiamo che ci sia una risposta in termini di investimenti e di impegno imprenditoriale e che si possano spendere bene queste risorse”.

Il fisco è una delle leve del Piano Industria 4.0, come ha spiegato Annibale Dodero “Il fisco – ha detto – ha varie funzioni, una di queste è quella di favorire e stimolare l’economia nei settori ritenuti meritevoli. Le norme del Piano sono un esempio dello svolgimento di questa funzione. Sono state previste forme di ammortamento ancor più forti per i beni strategici. La logica del Piano è: ti do risparmi di imposta per attività che sono sinergiche allo sviluppo. In questo senso si può parlare di un fisco per lo sviluppo”.

Convenzioni

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